Territorio

I PRATI STABILI DEL TERRITORIO MANTOVANO

I prati stabili o prati permanenti/perenni sono ubicati soprattutto nelle campagne dei comuni di Goito, Marmirolo, Porto Mantovano e Roverbella.

La presenza dei prati stabili nel nostro territorio è legata alla sua particolare conformazione: l’area terrazzata che circonda il Mincio, dallo sbocco delle colline moreniche, fino a Mantova (noto nella letteratura geologica come “terrazzo di Marmirolo”), costituisce una singolarità morfologica, all’interno della quale i prati stabili si sono formati per un processo naturale a partire dall’era postglaciale. Con il progressivo aumento delle temperature si è avuta nei secoli l’espansione delle aree boscate, salvo che nelle aree come il “terrazzo di Marmirolo”, dove la presenza di risorgive ha favorito il mantenimento delle condizioni idonee per i prati stabili. Per questo motivo i prati del terrazzo di Marmirolo esistono fin dai tempi dei Gonzaga e possono avere durata anche ultracentenaria.
Con l’avvento dell’agricoltura intensiva, la grande disponibilità di acqua derivata dal lago di Garda, ha consentito lo sviluppo dei prati stabili anche al di fuori della loro “sede naturale” e nei comuni limitrofi.

Il prato perenne è estremamente importante dal punto di vista agronomico e ambientale.
Infatti non richiede interventi tecnici quali aratura, semine, concimi chimici e diserbi che invece sono necessari per tutti gli altri tipi di colture.
Le lavorazioni connesse sono:

  • la fertilizzazione organica da deiezioni animali;
  • l’irrigazione che normalmente viene fatta a scorrimento (l’acqua viene assorbita dagli apparati radicali mentre quella in eccesso ritorna nel reticolo dei fossati e disponibile perciò per gli utilizzatori a valle);
  • la raccolta in balloni, dopo lo sfalcio e l’essicazione sul posto (operazione che viene fatta da maggio a settembre ogni trenta/quaranta giorni).
Continuando e ripetendo anno dopo anno la tecnica agronomica descritta si ha un progressivo aumento della fertilità del terreno e conseguentemente una crescente produzione di foraggio, mantenendo nel contempo l’habitat naturale in condizioni simili a quelle del passato anche lontano.

Sono da tener presente in relazione al rispetto ambientale le seguenti considerazioni:
  • nessun utilizzo di concimi chimici, diserbanti e antiparassitari;
  • uso contenuto di mezzi agricoli dotati di motore e comunque di motori di minor potenza rispetto a quelli utilizzati su terreni seminativi;
  • raccolto utilizzato completamente nella azienda insita sul fondo e quindi nessun trasporto su strada;
  • purificazione delle acque piovane e assorbimento di inquinanti dell’aria;
  • assorbimento di circa 15 T/anno di CO2 e rilascio di circa pari quantità di ossigeno per ettaro (valori similari a quelli di circa 100 grossi alberi).
Il prato stabile porta inevitabilmente all’allevamento del bovino da latte la cui alimentazione ha come prodotto basilare e più importante il fieno ricavato.


Si spiega così la presenza di numerose e importanti stalle di vacche lattifere nella zona interessata e la correlata vicina presenza di trasformatori di latte (cooperative e industria).


Le aziende coltivatrici di prati stabili perenni somministrano alle vacche da latte l’alimento “fieno” che per le considerazioni sopra menzionate è da considerarsi un prodotto del tutto naturale e non impattante per l’ambiente.


Poiché l’alimentazione della vacca è in gran parte costituita dal fieno, oltre a una marginale “integrazione” di miscele di componenti vegetali, è da ritenere che anche il latte prodotto e i derivati della trasformazione (essenzialmente formaggio DOP Grana Padano) siano alimenti (simil-biologici?) di alta qualità e di assoluta garanzia di genuinità per il consumatore.


IL PARCO DEL MINCIO


La Latteria Agricola di Marmirolo e gran parte dei terreni dei suoi soci sono situati all’interno del Parco del Mincio (area protetta istituita dalla Regione Lombardia nel 1984).
Il territorio del Parco si estende su quasi 16.000 ettari e dal punto di vista agricolo è gestito secondo precise regole che garantiscono la conservazione delle condizioni naturali e la permanenza di diverse specie animali e vegetali a vantaggio di un alto grado di biodiversità.


La presenza nel Parco del Mincio dei prati permanenti o “prati stabili”, ultradecennali e in alcuni casi ultracentenari, è uno dei fattori agronomici determinanti e più significativi anche dal punto di vista ambientale. Infatti, oltre a richiedere meno lavorazioni e altri interventi tecnici impattanti (si eseguono prevalentemente l’irrigazione, la fertilizzazione organica con deiezioni animali e la raccolta), il prato perenne assicura il progressivo aumento della fertilità dei terreni (permettendo una sempre crescente produttività delle essenze che vi crescono) e dona all’habitat agricolo condizioni molto simili a quelle originarie.